La Prima Guerra Mondiale fu il primo conflitto globale dell’epoca moderna, coinvolgendo milioni di giovani di ogni ceto sociale. Non ne furono esenti scrittori, musicisti, pittori e filosofi, che si trovarono nelle trincee con un fucile in mano anziché con una penna o un pennello.
Alcuni morirono sul campo, altri sopravvissero e trasformarono la loro esperienza in opere che segnarono per sempre la cultura del Novecento.
Chi erano questi uomini di cultura della Grande Guerra? Quali segni ha lasciato il conflitto nelle loro vite e nelle loro opere?
Curzio Malaparte: dalla trincea alla letteratura
Curzio Malaparte, nato Kurt Erich Suckert, si arruolò volontario a soli 17 anni e combatté sul fronte italiano.
L’esperienza in guerra
- Partecipò ai combattimenti sull’Isonzo e sull’Altopiano di Asiago.
- Fu ferito più volte e decorato per il suo coraggio.
- Nel dopoguerra, si dedicò al giornalismo e alla scrittura, diventando una figura controversa.
La guerra nelle sue opere
- “La rivolta dei santi maledetti” (1921) → Un resoconto crudo della guerra, che lo rese famoso.
- “Kaputt” (1944) → Una riflessione sulla brutalità del Novecento, segnata dalla sua esperienza bellica.
Malaparte visse la guerra come un’avventura tragica, che trasformò in narrativa visionaria e spietata.
Giovanni Comisso: il reporter – soldato
Comisso, noto giornalista e scrittore, fu arruolato nel Genio Telegrafisti, ma visse la guerra soprattutto come volontario nei reparti d’assalto.
L’esperienza al fronte
- Combatté nel Battaglione Volontari Ciclisti, servendo con i futuristi come Marinetti.
- Partecipò alla spedizione di Fiume con D’Annunzio.
Le sue memorie di guerra
- “Giorni di guerra” (1930) → Uno dei resoconti più intensi e meno retorici della guerra italiana.
- “Capricci italiani” (1945) → Riflessioni sul suo passato militare.
Comisso, come Ungaretti, raccontò la guerra dal punto di vista del soldato semplice, senza glorificarla.
Ardengo Soffici: l’artista in prima linea
Soffici era pittore, scrittore e critico d’arte, ma nel 1915 decise di arruolarsi volontario come semplice fante.
L’arte e la guerra
- Combatté sul fronte dell’Isonzo, subendo un grave trauma fisico e psicologico.
- Dopo la guerra, si avvicinò all’arte metafisica e al ritorno all’ordine.
La guerra nelle sue opere
- “Kobilek” (1918) → Un diario di guerra in cui racconta la sua esperienza in trincea e il trauma del combattimento.
- “La guerra illustrata” → Una serie di illustrazioni e testi sulla vita al fronte.
Soffici usò l’arte per rielaborare il suo vissuto bellico, trasformando la tragedia in creazione.
Alberto Savinio: il fratello di De Chirico in guerra
Savinio, scrittore e pittore, era il fratello minore del celebre Giorgio De Chirico.
La guerra vissuta da intellettuale
- Arruolato come ufficiale, fu assegnato al Ministero della Guerra, evitando il fronte diretto.
- Viaggiò tra l’Italia e Salonicco, osservando la guerra da una prospettiva diversa.
Opere ispirate dalla guerra
- “Tragedia dell’infanzia” → Racconto autobiografico che include memorie di guerra.
- “Narrate, uomini, la vostra storia” → Un’opera filosofica che riflette anche sulla disumanizzazione bellica.
Savinio non combatté direttamente, ma la guerra influenzò profondamente la sua visione del mondo e della cultura.
Boccioni, Sant’Elia e l’epica futurista della guerra
Molti futuristi videro la guerra come un’esperienza estetica, ma per alcuni fu una tragica realtà.
Umberto Boccioni
- Arruolatosi volontario, morì in un banale incidente a cavallo nel 1916.
- La sua arte celebrava la velocità e la guerra, ma non poté mai vedere il conflitto fino in fondo.
Antonio Sant’Elia
- Visionario dell’architettura futurista, morì in battaglia nel 1916.
- La sua idea di “città futurista” influenzò l’architettura moderna.
Questi artisti incarnarono l’illusione di una guerra rigeneratrice, “sola igiene del mondo” che invece li spazzò via troppo presto.
Luigi Pirandello: uno scrittore travolto dalla guerra
Pirandello non fu un soldato, ma la guerra devastò la sua vita personale.
Il dramma familiare
- Suo figlio Stefano fu arruolato e fatto prigioniero dagli austriaci.
- Sua moglie impazzì per il dolore, trascinando lo scrittore in una crisi personale.
La guerra nelle sue opere
- “I vecchi e i giovani” → Anticipò la disillusione sulla guerra.
- “Enrico IV” e “Sei personaggi in cerca d’autore” → Il trauma bellico influenzò il suo teatro dell’assurdo.
Pirandello non vide mai il fronte, ma soffrì la guerra nel privato, trasformandola in riflessione teatrale.
L’intellettuale di fronte alla guerra
La Grande Guerra distrusse, trasformò e ispirò gli artisti e gli intellettuali dell’epoca che hanno vissuto il fronte.
Alcuni la celebrarono, come i futuristi, per poi esserne travolti.
Altri uomini di cultura della Grande Guerra, come Comisso e Malaparte, ne fecero letteratura intensa e diretta.
Artisti come Soffici e Savinio rielaborarono il conflitto in forme nuove.
Scrittori come Pirandello la vissero indirettamente, trasformandola in teatro e narrazione.
Oggi, le loro opere ci permettono di vedere la guerra non solo come storia, ma come esperienza umana vissuta da chi l’ha raccontata con parole, colori e visioni.