La Prima Guerra Mondiale non fu solo un conflitto di trincee fangose e battaglie campali: sulle Alpi e sulle Dolomiti, italiani e austroungarici combatterono in condizioni estreme, affrontando neve, gelo e dislivelli proibitivi.
Uno dei problemi più grandi per l’esercito italiano era trasportare armi, viveri e munizioni ad altitudini superiori ai 2.000 metri, dove le strade erano quasi inesistenti e i sentieri pericolosi. La soluzione? Un imponente sistema di teleferiche militari, una rete di cavi sospesi che permise di mantenere operativo il fronte montano.
Come funzionavano le teleferiche della Grande Guerra? Chi le ha costruite? E quanto furono decisive per la guerra sulle vette?
La necessità delle teleferiche sul fronte alpino
L’Italia, entrata in guerra nel 1915, si trovò a combattere su un fronte unico al mondo: le alte montagne.
Le difficoltà logistiche principali:
- Strade impraticabili – Molti avamposti italiani erano raggiungibili solo a piedi o con animali da soma.
- Pesi impossibili da trasportare – Cannoni, munizioni, cibo e persino l’acqua dovevano essere portati su pareti verticali.
- Condizioni climatiche estreme – Neve e valanghe rendevano pericoloso ogni tentativo di rifornimento via terra.
La soluzione? Le teleferiche militari
- Furono costruite centinaia di linee per trasportare rifornimenti direttamente alle truppe in alta quota.
- Questo sistema garantì una logistica efficiente anche nei luoghi più isolati.
Come funzionavano le teleferiche militari?
Le teleferiche della Grande Guerra erano impianti a fune, simili a quelli usati oggi nelle località sciistiche, ma adattati per scopi militari.
Struttura delle teleferiche
- I cavi d’acciaio erano tesi tra due stazioni, una in valle e una in quota.
- Le cabine o i carrelli scorrevano grazie a motori elettrici o a benzina, quando disponibili.
- Nei casi più estremi, venivano azionate a mano con carrucole e contrappesi.
Cosa trasportavano?
- Munizioni, artiglieria leggera, provviste, medicinali e persino pezzi di cannoni da assemblare in alta quota.
- Feriti in barelle, che venivano calati lungo le funi per essere trasportati negli ospedali da campo.
Le teleferiche più importanti della guerra sulle Alpi
Le teleferiche furono installate lungo tutto il fronte montano, ma alcune divennero cruciali per il successo delle operazioni italiane.
Col di Lana (Dolomiti)
- Dopo la conquista italiana del Col di Lana nel 1916, gli austroungarici cercarono di bloccare i rifornimenti agli italiani.
- L’esercito costruì una teleferica che portava materiali fino alla vetta, consentendo ai soldati di resistere e consolidare le posizioni.
Monte Pasubio
- Qui sul Pasubio, l’Italia realizzò una delle teleferiche più lunghe e sofisticate, capace di trasportare centinaia di chili di materiali al giorno.
- Senza questo collegamento, le truppe sarebbero state isolate e senza rifornimenti.
Ortigara (Altopiano di Asiago)
- Durante la battaglia del 1917, le teleferiche permisero l’afflusso continuo di rifornimenti sulle cime, ma furono spesso prese di mira dall’artiglieria nemica.
I pericoli delle teleferiche: bombe, valanghe e incidenti
Sebbene fondamentali, le teleferiche militari erano vulnerabili e pericolose.
Bersagli perfetti per l’artiglieria nemica
- Gli Austriaci sapevano quanto le teleferiche fossero vitali, quindi cercavano di distruggerle con il fuoco dell’artiglieria.
- Alcune vennero abbattute da tiratori scelti che colpivano i cavi, facendo precipitare interi carichi.
Condizioni climatiche proibitive
- Ghiaccio e neve bloccavano spesso le funi e le pulegge, rendendo necessario lo sblocco manuale.
- Alcuni operatori morirono congelati mentre cercavano di mantenere in funzione gli impianti.
Incidenti mortali
- I cavi si spezzavano frequentemente, causando la caduta di carichi e uomini nel vuoto.
- In alcuni casi, i soldati venivano usati come “colli vivi”, viaggiando aggrappati ai carrelli per raggiungere le postazioni avanzate.
Le teleferiche dopo la guerra: dall’uso militare a quello civile
Dopo il 1918, molte delle teleferiche vennero smantellate, ma alcune furono riadattate per usi civili e turistici.
Dalla guerra al turismo
- Alcuni degli impianti usati nel conflitto furono trasformati nelle prime funivie delle Alpi.
- Le esperienze tecniche acquisite furono preziose per lo sviluppo del trasporto alpino moderno.
🏛 Resti ancora visibili oggi
- In alcune zone, si possono ancora trovare pali, ancoraggi e parti di vecchie stazioni di teleferica, testimoni silenziosi della guerra in montagna.
La guerra sospesa su un filo
Le teleferiche furono una delle innovazioni più importanti della Prima Guerra Mondiale sulle Alpi, permettendo all’Italia di mantenere il controllo delle posizioni più elevate.
Senza questi impianti, il fronte montano sarebbe collassato sotto il peso della logistica impossibile. Oggi, il loro ricordo sopravvive nelle funivie e negli impianti di risalita che solcano le stesse montagne, un’eco lontana di una guerra combattuta anche nel cielo.
Avete mai visto i resti di una teleferica della Grande Guerra? Scrivetelo nei commenti.
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