Strategie e Tattiche del Comando Supremo Italiano nella Grande Guerra

strategie comando supremo italiano nella Grande Guerra

La Prima Guerra Mondiale fu un conflitto di logoramento, dove le strategie adottate dai comandanti influenzarono direttamente il destino di centinaia di migliaia di soldati.

In Italia, il Comando Supremo dell’esercito fu guidato per gran parte della guerra dal generale Luigi Cadorna, noto per la sua rigidità e per le sue tattiche offensive ripetitive. Dopo la disfatta di Caporetto, fu sostituito da Armando Diaz, che introdusse un approccio più flessibile e difensivo.

Quali furono le strategie del Comando Supremo italiano nella Grande Guerra? Perché alcune tattiche fallirono e altre portarono alla vittoria?

La strategia offensiva di Cadorna: l’attacco a oltranza

Luigi Cadorna, capo di stato maggiore dal 1914 al 1917, impostò la guerra italiana su un concetto chiave: l’attacco frontale ad ogni costo.

Principali caratteristiche della strategia di Cadorna

  • Offensive ripetute sul fronte dell’Isonzo, con l’obiettivo di sfondare le linee austriache.
  • Uso massiccio della fanteria in assalti frontali, senza adeguato supporto dell’artiglieria.
  • Disciplina ferrea, con punizioni severe per chi non eseguiva gli ordini.

Le battaglie dell’Isonzo: una carneficina inutile?

  • Tra il 1915 e il 1917, Cadorna lanciò ben undici battaglie sul fiume Isonzo, con risultati modesti e perdite elevatissime.
  • Le truppe italiane venivano mandate all’assalto contro posizioni fortificate, senza tattiche innovative.
  • Ogni battaglia si concludeva con migliaia di morti e pochi guadagni territoriali, vanificati dai contrattacchi austriaci.

I limiti della strategia di Cadorna

  • Mancanza di coordinamento tra fanteria e artiglieria, che lasciava i soldati esposti al fuoco nemico.
  • Rigidità tattica, con attacchi ripetuti senza modificare il piano in base agli errori.
  • Moralità da caserma, con punizioni esemplari e la famigerata decimazione, che minavano il morale delle truppe.

Caporetto: il crollo della strategia offensiva

Nel 1917, l’esercito austro-tedesco lanciò l’offensiva di Caporetto, sfruttando nuove tattiche di infiltrazione che sorpresero il comando italiano.

Perché Caporetto fu un disastro strategico?

  • Il fronte italiano era troppo esteso e male organizzato.
  • I comandi ignorarono le segnalazioni di un attacco imminente.
  • Le truppe austriache e tedesche utilizzarono gas tossici e attacchi rapidi, sfondando le linee italiane in poche ore.

Le conseguenze della disfatta

  • Il fronte collassò, costringendo l’esercito italiano a una ritirata caotica fino al Piave.
  • Cadorna venne rimosso dal comando e sostituito da Armando Diaz.

La nuova strategia difensiva di Diaz

Dopo Caporetto, il generale Armando Diaz rivoluzionò la strategia italiana, passando da un’ottica offensiva a una guerra di resistenza e manovra.

Le principali innovazioni di Diaz

  • Creazione di una linea difensiva solida sul Piave, dove l’esercito si riorganizzò.
  • Maggiore attenzione al morale dei soldati, con migliori condizioni di vita al fronte.
  • Uso più efficace dell’artiglieria e delle nuove tecnologie belliche.

La battaglia del Solstizio (1918)

  • Diaz resistette all’ultima grande offensiva austriaca, bloccando il nemico sulle rive del Piave.
  • L’uso intelligente delle riserve e dell’artiglieria permise di respingere l’attacco senza enormi perdite.

La strategia della guerra di movimento

  • Diaz abbandonò la logica degli assalti frontali suicidi, adottando tattiche più flessibili.
  • Maggiore coordinazione tra fanteria, artiglieria e aviazione.

Vittorio Veneto: la fine della guerra

L’ultima grande offensiva italiana, la battaglia di Vittorio Veneto (ottobre 1918), fu la dimostrazione del cambiamento strategico.

Elementi chiave della vittoria

  • Attacco ben preparato e supportato dall’artiglieria.
  • Uso di reparti mobili per sfruttare le brecce nel fronte nemico.
  • Coinvolgimento della cavalleria e delle truppe d’assalto, per evitare un’altra guerra di posizione.

La resa dell’Austria

  • Il successo di Vittorio Veneto costrinse l’Impero Austro-Ungarico a chiedere l’armistizio il 3 novembre 1918.
  • Per la prima volta, l’esercito italiano aveva combattuto con strategie moderne e dinamiche.

Confronto tra Cadorna e Diaz: due visioni della guerra

I due comandanti del Comando Supremo ebbero approcci completamente opposti alla guerra.

Aspetto Cadorna Diaz
Strategia Offensiva a oltranza Difesa strategica e contrattacco
Tattiche Assalti frontali ripetuti Guerra di movimento e flessibilità
Rapporto con i soldati Disciplina dura e decimazioni Migliori condizioni e sostegno al morale
Risultati Perdite elevate, Caporetto Vittoria finale a Vittorio Veneto

Chi ebbe ragione?

  • La rigidità di Luigi Cadorna portò a enormi perdite e a una strategia fallimentare.
  • La gestione di Armando Diaz fu più efficace e portò alla vittoria, ma beneficiò anche dell’indebolimento dell’Austria.

Strategie diverse, una storia di sangue e vittoria

Le strategie del Comando Supremo italiano nella Grande Guerra si evolsero radicalmente nel corso del conflitto.

Cadorna puntò tutto sulla forza bruta e fallì.
Diaz adottò una strategia più moderna e flessibile e portò l’Italia alla vittoria.

Se la Prima Guerra Mondiale fu un disastro per milioni di uomini, fu anche una lezione militare: la guerra non si vince con la testardaggine, ma con intelligenza e adattabilità.