Combattere in montagna non significava solo affrontare il nemico, ma anche sfidare pareti di roccia, dirupi e passi innevati. Per mantenere operative le truppe sulle Alpi, l’esercito italiano dovette realizzare teleferiche, strade e gallerie spettacolari, scavate a mano nella roccia e spesso a strapiombo su vallate profonde centinaia di metri.
Questi percorsi, costruiti tra il 1915 e il 1918 in condizioni proibitive, furono essenziali per trasportare uomini, cannoni, munizioni e rifornimenti sulle linee più alte del fronte. Oggi, molte di queste opere ingegneristiche sono ancora percorribili e rappresentano un’eredità unica della guerra in alta quota.
Come vennero costruite le strade e le gallerie della Grande Guerra? Quali furono le più importanti? E come hanno cambiato il modo di combattere sulle Alpi?
Perché costruire strade in montagna?
L’esercito italiano si trovò impreparato alla guerra in alta quota. Quando l’Italia entrò in guerra nel 1915, non esistevano strade per raggiungere le posizioni strategiche più elevate, come le Dolomiti e l’Adamello.
I problemi principali
- I sentieri preesistenti erano troppo ripidi e stretti per il passaggio di truppe e artiglieria.
- Il trasporto con muli era lento e inefficace, soprattutto in inverno.
- I rifornimenti dovevano arrivare velocemente per evitare che le truppe si trovassero senza cibo o munizioni sotto il fuoco nemico.
La soluzione: costruire strade e gallerie direttamente nella roccia
- L’esercito italiano iniziò una corsa contro il tempo per realizzare una rete di strade d’alta quota, spesso costruite a mano con picconi e dinamite.
- Le nuove strade permisero di spostare rapidamente interi battaglioni e cannoni d’artiglieria, cambiando le sorti della guerra in montagna.
Le strade e le gallerie militari più spettacolari della Grande Guerra
Alcune delle strade costruite tra il 1915 e il 1918 sono ancora oggi percorribili e rappresentano vere e proprie imprese di ingegneria militare, come la Strada delle 52 Gallerie.
Strada delle 52 Gallerie (Monte Pasubio)
L’opera più incredibile della guerra in montagna
- Costruita nel 1917 dai soldati del Genio Militare, collega Bocchetta Campiglia con il Rifugio Papa, a oltre 2.000 metri di quota.
- Lunga 6,5 km, è scavata interamente nella roccia, con 52 gallerie che permettono di superare pareti verticali.
- Permise agli italiani di rifornire le truppe sul Monte Pasubio senza essere colpiti dall’artiglieria austroungarica.
Curiosità
- Alcune gallerie sono a spirale, scavate per permettere alle carovane di muli di salire con carichi pesanti.
- I lavori vennero completati in meno di un anno, sotto il pericolo costante delle valanghe e dei bombardamenti.
Strada degli Scarubbi (Monte Pasubio)
Il percorso alternativo alla Strada delle 52 Gallerie
- Costruita per facilitare il trasporto di artiglieria e truppe verso il Pasubio.
- Meno esposta dei sentieri tradizionali, permise di rifornire il fronte in modo più sicuro.
Strada del Kaiserjäger (Val Sugana – Altopiano di Asiago)
Costruita dagli Austriaci per collegare le postazioni in alta quota
- Strada scavata nella roccia per facilitare i rifornimenti sul fronte dell’Altopiano di Asiago.
- Rimane uno degli esempi più spettacolari di ingegneria militare austroungarica.
Strada del Colle della Scala (Alpi Occidentali)
Una via di collegamento strategica tra Italia e Francia
- Costruita dagli italiani per permettere il movimento delle truppe nelle Alpi Cozie.
- Fu usata anche nella Seconda Guerra Mondiale come strada militare.
Come vennero costruite le gallerie e le strade?
Le condizioni in cui queste strade vennero costruite erano proibitive:
Tempi di realizzazione rapidissimi
- Nessun macchinario moderno: tutto veniva fatto con picconi, pale e dinamite.
- I soldati lavoravano senza protezioni, appesi a funi su pareti verticali.
Difficoltà climatiche
- Lavorare a oltre 2.000 metri significava affrontare neve, gelo e valanghe.
- L’inverno bloccava i lavori per mesi, costringendo a ripartire da zero in primavera.
L’impatto strategico delle strade militari
Queste opere cambiarono il modo di combattere la guerra in montagna.
Maggiore rapidità nei rifornimenti
- Prima della costruzione delle strade, i rifornimenti impiegavano giorni per arrivare.
- Dopo la loro costruzione, interi battaglioni potevano essere spostati in poche ore.
Attacchi e difesa più efficaci
- Le strade permisero agli italiani di portare in quota artiglieria pesante, rendendo più efficaci i bombardamenti sulle postazioni nemiche.
- Gli austroungarici risposero con attacchi mirati per distruggere queste vie di comunicazione, spesso colpendole con l’artiglieria.
Dopo la guerra: un patrimonio storico unico
Dopo il 1918, molte delle strade costruite durante la guerra vennero riutilizzate per scopi civili.
🏛 Strade trasformate in percorsi turistici
- La Strada delle 52 Gallerie è oggi una delle escursioni più spettacolari delle Dolomiti.
- Altre strade vennero asfaltate e utilizzate come vie di comunicazione tra le valli alpine.
Resti ancora visibili oggi
- Molti tunnel mostrano ancora i segni delle esplosioni della guerra.
- Alcuni tratti sono stati ripristinati e resi visitabili dai turisti e dagli storici.
La guerra scavata nella montagna
Le strade e le gallerie costruite durante la Prima Guerra Mondiale furono opere ingegneristiche straordinarie, realizzate con mezzi rudimentali in condizioni estreme.
Oggi, questi percorsi raccontano una storia di sacrificio, ingegno e sopravvivenza, testimoni silenziosi di una guerra combattuta non solo con le armi, ma anche con picconi e dinamite.
Hai mai percorso una di queste strade e gallerie della Grande Guerra? Scrivicelo nei commenti.
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