Oltre alle battaglie e agli assalti nelle trincee, la Prima Guerra Mondiale vide un’altra guerra, meno raccontata, ma ugualmente brutale: quella contro la popolazione civile dando vita a un altro capitolo del conflitto, quello dei saccheggi della Grande Guerra.
Interi territori, occupati dagli eserciti nemici o evacuati dall’esercito italiano, furono saccheggiati, bruciati e depredati. Case, chiese, fattorie e persino monumenti furono distrutti o razziati, mentre i civili venivano sfollati o costretti al lavoro forzato.
Cosa accadde realmente nei territori occupati? Quali furono le devastazioni più gravi? E come vissero i civili sotto il dominio degli eserciti stranieri?
L’occupazione dei Paesi e la politica della terra bruciata
Durante la Grande Guerra, l’avanzata di un esercito significava quasi sempre saccheggi e distruzioni indiscriminate.
Strategia della terra bruciata
- Gli eserciti, quando erano costretti a ritirarsi, distruggevano tutto ciò che poteva essere utile al nemico.
- Villaggi incendiati, ponti fatti saltare in aria, campi devastati per rendere il territorio inutilizzabile.
- L’Italia applicò questa tattica dopo Caporetto nel 1917, lasciando dietro di sé città fantasma.
Saccheggi e distruzioni nei territori occupati
- Le truppe austroungariche e tedesche confiscarono cibo, bestiame e oggetti di valore nelle zone italiane conquistate.
- Molti civili persero tutti i loro beni e furono costretti a fuggire o a lavorare per l’esercito occupante.
Caporetto e l’esodo degli italiani: civili in fuga
La disfatta di Caporetto nell’ottobre 1917 portò all’occupazione austroungarica e tedesca di vaste zone del Friuli e del Veneto.
La fuga di massa
- Oltre 400.000 civili italiani furono costretti ad abbandonare le loro case, dirigendosi verso il Sud in condizioni disperate.
- I più poveri furono lasciati indietro, esposti alla repressione e alla fame.
Civili sotto occupazione
- Molti vennero deportati in Austria e costretti ai lavori forzati.
- Nei villaggi occupati, le truppe requisivano cibo e animali, lasciando la popolazione alla fame.
- Alcune donne furono costrette a lavorare come serve o furono vittime di violenze.
Saccheggi e razzie nei territori invasi
Sia gli italiani che gli austroungarici furono protagonisti di episodi di saccheggio nei territori conquistati.
I casi più noti di devastazione
- Il saccheggio di Udine (1917) – Dopo Caporetto, gli austroungarici portarono via arredi, cibo e macchinari industriali.
- La distruzione di Cortina d’Ampezzo – Interi villaggi furono rasi al suolo dalle artiglierie per non farli cadere in mano al nemico.
- Le requisizioni nel Trentino – Quando l’Italia occupò il Trentino nel 1918, le truppe confiscarono riserve alimentari e materiali militari dagli austriaci in ritirata.
I monumenti rubati e la guerra culturale
Oltre ai beni materiali, la guerra colpì anche chiese, palazzi storici e opere d’arte.
Opere d’arte trafugate
- Le truppe occupanti spoliarono musei e chiese, portando in Austria e Germania dipinti, statue e reliquie.
- Alcuni capolavori italiani non furono mai più recuperati dopo la guerra.
Distruzione di edifici storici
- La Basilica di Aquileia fu gravemente danneggiata dai bombardamenti.
- A Venezia, per evitare saccheggi, molte opere d’arte furono trasferite e nascoste in luoghi sicuri.
Il mercato nero della guerra: soldati e civili nel contrabbando
Mentre alcuni saccheggiavano, altri vendevano di nascosto ciò che riuscivano a trafugare.
Chi si arricchì con la guerra?
- Soldati e ufficiali corrotti che rivendevano cibo e forniture rubate.
- Civili disperati che barattavano gioielli per un pezzo di pane.
- Commercianti senza scrupoli che compravano beni rubati e li rivendevano al miglior offerente.
Il dopoguerra: chi pagò per i saccheggi?
Dopo il 1918, l’Italia cercò di fare i conti con i danni subiti, ma pochissimi furono puniti per i saccheggi.
Le richieste di risarcimento
- L’Italia chiese compensazioni all’Austria per le devastazioni, ma ottenne poco.
- I civili che avevano perso tutto non ricevettero quasi nessun aiuto dallo Stato.
I responsabili mai puniti
- Molti ufficiali che avevano partecipato ai saccheggi non furono mai processati.
- Alcuni beni trafugati non furono mai restituiti, finendo nei musei di Vienna e Berlino.
Una storia di violenza dimenticata
Dietro le grandi battaglie della Prima Guerra Mondiale si nasconde un’altra guerra, fatta di furti, devastazioni e sofferenza per la popolazione civile.
Oggi, molte città e villaggi portano ancora i segni di quei saccheggi, mentre la memoria di quegli anni resta un capitolo poco raccontato, ma essenziale per comprendere la brutalità del conflitto.