Con il suo bilancio devastante di circa 16 milioni di soldati e 9 milioni di civili deceduti, la Prima guerra mondiale è stata una delle guerre più brutali e mortali della storia. Un bilancio umano che ha inoltre lasciato un’eredità duratura di dolore e sofferenza per le generazioni successive.
Morire durante la Prima guerra mondiale significava spesso trapassare in condizioni atroci. Come si moriva nel primo conflitto?
- Molti fanti morivano in combattimento diretto, a causa di ferite da arma da fuoco, esplosioni di granate, attacchi con gas tossici, come il gas mostarda, e colpi di baionetta;
- purtroppo si moriva anche a causa delle condizioni meteorologiche estreme, come il freddo intenso che causava l’assideramento o il fango e l’umidità, che causavano il cosiddetto “piede di trincea”, una pericolosa condizione spesso responsabile di morte per setticemia;
- tanti altri soldati sopravvissuti a uno scontro a fuoco, morivano a causa delle ferite che non potevano essere curate adeguatamente a causa della mancanza di medicine e di personale medico sufficiente.
- c’era anche chi moriva in barella durante gli spostamenti, per via di bombardamenti e attacchi aerei.
- altri soldati morivano invece a causa delle condizioni di vita estreme in trincea. Le trincee erano spesso infestate da topi, insetti e malattie contagiose, come il tifo e la dissenteria, spesso causate dalle condizioni igieniche talmente precarie che molti soldati morivano prima di poter essere trasportati nel più vicino ospedale da campo.
Morire – e sopravvivere – nella Prima guerra mondiale
La vita nella trincea durante la Prima guerra mondiale era estremamente dura. Le trincee erano lunghe e strette fosse scavate nel terreno, oppure nella neve, dove i soldati trascorrevano la maggior parte del loro tempo in combattimento, o in attesa di combattere. Anche se momentaneamente inattivo, il soldato in trincea viveva nella condizione di mettere a repentaglio la sua vita e la sua salute in ogni momento.
Le trincee erano spesso sovraffollate e sporche, infestate da insetti, topi e caratterizzate dalla presenza di acqua, umidità e freddo intenso: spesso i soldati passavano anche 24 ore al giorno bagnati fino al midollo perché le trincee erano costantemente allagate dalla pioggia e fango.
Ma non solo: la vita nella trincea era anche psicologicamente devastante. I soldati spesso soffrivano di malattie mentali causate dallo stress e dalla tensione a cui erano quotidianamente sottoposti.
Non doveva essere facile per un giovane fante veder morire in modo atroce i propri compagni di battaglia. La paura continua di essere uccisi, la vista di morte e distruzione spesso hanno generato nei reduci disturbi come lo “shell shock”.
La Guerra uccideva con le granate e con la devastazione mentale.
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