Piave: il fiume sacro alla Patria

Piave fiume sacro alla Patria

Tra i simboli più evocativi della Prima Guerra Mondiale, il fiume Piave occupa un posto d’onore nella memoria nazionale italiana. Non è solo un corso d’acqua: è diventato, con il sangue e il sacrificio, il Piave, “fiume sacro alla Patria”, come lo definì il poeta Gabriele D’Annunzio.

Le sue acque scorrono tra le pagine della storia d’Italia, come testimoni silenziose del dolore, della resistenza e infine della riscossa di un popolo intero.

Dalla ritirata del 1917 alla resistenza del 1918

Il Piave divenne teatro centrale della Grande Guerra in seguito alla disastrosa ritirata di Caporetto, nell’autunno del 1917. L’esercito italiano, sfaldato e in fuga dopo la rottura del fronte, arretrò fino alla linea naturale offerta dal fiume. Qui si attestò una nuova linea difensiva, sotto il comando del generale Armando Diaz, che aveva da poco sostituito Luigi Cadorna.

Fu proprio sulle rive del Piave che si registrò il primo vero segnale di riscossa. Il fiume, ingrossato dalle piogge, fu alleato della resistenza italiana: i tentativi austro-ungarici di attraversarlo vennero respinti con accanimento e coraggio. La Battaglia del Solstizio, nel giugno 1918, segnò la fine delle ambizioni offensive degli Imperi Centrali sul fronte italiano.

Simbolo di unità e resistenza

Il Piave non fu solo un confine fisico: fu un confine morale, una linea che gli italiani decisero di non oltrepassare in senso retrogrado. Il popolo, stremato e provato, raccolse le ultime forze per resistere. Non solo i soldati, anche i civili del Veneto, coinvolti direttamente nel conflitto, pagarono un prezzo altissimo. Ma fu proprio in quella resistenza collettiva che nacque la leggenda del Piave che divenne memoria vivente, onorato nei monumenti, nei canti e nelle commemorazioni.

Nel canto del Piave

L’eco di quella battaglia si estese anche nella cultura popolare. Il celebre inno “La leggenda del Piave”, scritto da E.A. Mario, divenne uno dei canti patriottici più amati e fu addirittura considerato in alternativa all’inno di Mameli nel dopoguerra. “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti, il 24 maggio…”: versi che ancora oggi scuotono le coscienze e fanno riaffiorare l’orgoglio di un’Italia che seppe resistere.

Piave fiume sacro della Patria. Oggi, memoria viva

Oggi il Piave scorre ancora, silenzioso ma intriso di ricordi. Lungo il suo corso si trovano musei, ossari, cimiteri militari e percorsi della memoria, come quello del Montello o della zona di San Donà di Piave, dove i combattimenti furono più intensi. Le sue rive sono meta di pellegrinaggi laici e di manifestazioni commemorative, soprattutto in occasione del 4 novembre, giornata dell’unità nazionale e delle Forze Armate.

Il Piave è il fiume di una nazione che ha sofferto, combattuto e infine vinto. Il fiume dove l’Italia ha saputo dire “basta” alla disfatta e ha cominciato a scrivere una nuova pagina della sua storia. Per questo, ancora oggi, ogni goccia del Piave parla di Patria.