La Prima Guerra Mondiale è ricordata per le trincee, le battaglie logoranti e l’uso massiccio dell’artiglieria, ma esisteva un altro fronte invisibile e letale: la guerra sotterranea della Prima Guerra Mondiale.
Sotto le trincee, ingegneri e genieri scavavano tunnel per piazzare esplosivi sotto le posizioni nemiche, farle saltare in aria e aprire varchi nei loro schieramenti. Questo metodo, noto come guerra delle mine, si trasformò in un’arma devastante lungo tutto il conflitto.
Come funzionava la guerra sotterranea? E quali furono le sue battaglie più spettacolari?
L’alba della guerra delle mine
L’idea di scavare tunnel per colpire il nemico non era nuova, ma nella Prima Guerra Mondiale raggiunse un livello mai visto prima.
Scopo principale – Creare enormi esplosioni sotterranee per distruggere le linee nemiche e prendere il sopravvento.
Lavoro di specialisti – Il compito era affidato a unità di genieri e minatori, spesso reclutati tra i lavoratori delle miniere di carbone e pietra.
Condizioni estreme – I tunnel erano stretti, bui e soffocanti, e scavare nel silenzio assoluto per non farsi scoprire era una vera impresa.
Gli inglesi furono tra i primi a sviluppare unità specializzate, come i Tunnelling Companies del Royal Engineers, ma anche francesi, italiani e tedeschi adottarono presto questa tattica.
Le esplosioni sotterranee della Grande Guerra
Alcune delle battaglie più devastanti della guerra videro l’uso di mine sotterranee con esplosioni gigantesche che sconvolsero il campo di battaglia.
La Battaglia di Messines (1917) – Il più grande boato della guerra
Gli inglesi scavarono 24 tunnel sotto le linee tedesche vicino a Ypres, in Belgio.
Il 7 giugno 1917, fecero detonare oltre 450 tonnellate di esplosivo, creando crateri enormi e causando la morte immediata di circa 10.000 soldati tedeschi.
Si dice che l’esplosione sia stata sentita fino a Londra e che il generale inglese Plumer abbia detto: “Signori, penso che abbiamo appena vinto la guerra!” (anche se, in realtà, il conflitto sarebbe durato ancora più di un anno).
Monte Pasubio e la guerra sotterranea in Italia
Anche l’Italia fu teatro di guerra delle mine, specialmente sul fronte alpino.
Sul Monte Pasubio, italiani e austro-ungarici scavarono gallerie per far esplodere le postazioni nemiche.
Gli italiani fecero brillare una mina da 50.000 kg di esplosivo, causando una devastazione enorme sulle cime montuose.
Queste battaglie furono tra le più dure del fronte alpino, con genieri che passavano settimane sottoterra per portare a termine le loro missioni.
Le difficoltà della guerra sotterranea
Scavare tunnel sotto il nemico era un’impresa lenta e pericolosa, per diversi motivi:
Crolli improvvisi – Il terreno poteva cedere da un momento all’altro, seppellendo vivi i genieri.
Soffocamento e gas tossici – L’aria nei tunnel era irrespirabile, e spesso i soldati morivano per mancanza di ossigeno o per l’accumulo di gas velenosi.
Combattimenti sotterranei – Se due squadre nemiche si incrociavano nei tunnel, si combatteva corpo a corpo nel buio, con pugnali e pistole.
I tedeschi svilupparono persino sensori acustici rudimentali per ascoltare i lavori di scavo del nemico e colpire i tunnel prima che fossero completati.
Il declino della guerra delle mine
Dopo il 1917, con l’arrivo di nuove tattiche e armi più efficaci, la guerra sotterranea iniziò a perdere importanza.
L’uso massiccio di carri armati e bombardamenti aerei rese meno utile lo scavo di lunghe gallerie sotterranee.
Le truppe iniziarono ad adottare tattiche più mobili, allontanandosi dalla guerra statica delle trincee.
Molti tunnel rimasero inutilizzati, e ancora oggi alcune di queste gallerie esistono come testimonianze del conflitto.
I resti della guerra sotterranea oggi
Oggi, i tunnel della Grande Guerra sono ancora visibili in alcune aree, e alcuni sono diventati siti storici.
I crateri di Messines – Alcuni dei crateri formati dalle esplosioni del 1917 sono ancora ben visibili in Belgio.
Le gallerie del Monte Pasubio e del Lagazuoi (Italia) – Molti dei tunnel scavati dagli italiani nelle Alpi possono ancora essere visitati.
Le trincee sotterranee della Somme – Alcuni tunnel francesi sono stati trasformati in musei.
Questi luoghi ci ricordano che la guerra non si combatteva solo in superficie, ma anche nelle profondità della terra, dove il pericolo era costante e la morte poteva arrivare in ogni momento.
Un fronte dimenticato della Grande Guerra
La guerra sotterranea della Prima Guerra Mondiale fu uno degli aspetti più estremi e logoranti del conflitto.
Minatori trasformati in soldati, genieri che lavoravano nel buio più totale, esplosioni che cancellavano intere divisioni: tutto questo rese il sottosuolo un campo di battaglia silenzioso ma letale.
Oggi, questo aspetto della guerra è meno ricordato rispetto alle grandi battaglie di superficie, ma fu decisivo in molte operazioni e lasciò un segno indelebile nella storia militare.
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