Fanti e intellettuali: gli uomini della cultura nella Grande Guerra

intellettuali della Grande Guerra

La Prima Guerra Mondiale coinvolse milioni di uomini, arruolati indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro inclinazioni culturali. Tra questi, molti artisti, scrittori, poeti e musicisti si trovarono in trincea, con un fucile in mano invece di una penna o un pennello.

Alcuni divennero eroi, altri morirono sul campo. Alcuni tornarono segnati nel corpo e nell’anima, trasformando la loro esperienza in capolavori della letteratura e dell’arte.

Chi erano questi fanti uomini di cultura famosi? Quali opere hanno lasciato in eredità gli intellettuali della Grande Guerra? E come la guerra stessa ha cambiato il loro modo di vedere il mondo?

Gabriele d’Annunzio: il poeta – soldato 

D’Annunzio non fu un semplice fante, ma un protagonista attivo della guerra, combattendo soprattutto nei reparti d’élite.

La sua esperienza in guerra

  • Nel 1915, si arruolò come volontario e partecipò a missioni aeree e azioni di comando.
  • Nel 1916, perse un occhio in un incidente aereo ma continuò a partecipare alla guerra.
  • Nel 1918, fu protagonista del celebre Volo su Vienna, lanciando volantini propagandistici sulla città nemica.

Le sue opere ispirate dalla guerra

  • “Notturno” → Un diario scritto “al buio” dopo l’incidente che gli fece perdere l’occhio.
  • Discorsi e proclami di guerra → Esaltò il nazionalismo e l’eroismo militare.

D’Annunzio usò la guerra come un palcoscenico per la propria grandezza, diventando un’icona del militarismo e dell’interventismo italiano.

Giuseppe Ungaretti: il poeta delle trincee

A differenza di D’Annunzio, Ungaretti visse la guerra in prima linea, come un semplice fante.

L’esperienza in guerra

  • Si arruolò nel 19º Reggimento di Fanteria della Brigata Brescia, combattendo nelle trincee del Carso.
  • Visse la paura, il freddo e la morte dei commilitoni, trasformando la guerra in una meditazione poetica sulla fragilità umana.

La poesia nata dal fronte

  • “Il porto sepolto” (1916) → Raccolta di poesie scritte direttamente nelle trincee, con versi essenziali e scarni.
  • “San Martino del Carso” → Una delle poesie più celebri, descrive il paese distrutto dalla guerra.
  • “Veglia” → Un componimento straziante sul dolore di vegliare il corpo di un compagno morto.

Ungaretti fu forse il più autentico testimone poetico della guerra, trasformando il trauma in arte.

Emilio Lussu: il fante che raccontò la follia della guerra

Lussu non fu solo uno scrittore, ma un vero combattente, ufficiale della Brigata Sassari.

L’esperienza sul campo

  • Partecipò a scontri durissimi sul Carso e sull’Altopiano di Asiago.
  • Visse l’incompetenza dei generali italiani, che mandavano i soldati all’assalto senza strategia.
  • Fu ferito più volte e divenne un critico feroce della guerra.

“Un anno sull’Altipiano” (1938)

  • Il suo libro più celebre, un’accusa diretta all’idiozia del comando italiano.
  • Racconta l’assurdità degli assalti suicidi e la sofferenza dei soldati semplici.
  • Diventerà uno dei testi più importanti della letteratura antimilitarista italiana.

Lussu dimostrò che la guerra non era gloria, ma un inferno di ordini insensati e uomini mandati al massacro.

Carlo Emilio Gadda: il genio caduto in trincea

Gadda, futuro scrittore e ingegnere, visse la guerra da ufficiale di fanteria, combattendo duramente sul fronte.

La guerra vissuta in prima persona

  • Arruolato come sottotenente, partecipò alla disfatta di Caporetto (1917).
  • Fu fatto prigioniero dagli austriaci e internato in un campo in Germania.

Opere ispirate dalla guerra

  • “Giornale di guerra e di prigionia” → Un resoconto crudo e personale dell’esperienza al fronte.
  • “La cognizione del dolore” → Un romanzo in cui il trauma della guerra emerge nel linguaggio e nella struttura narrativa.

Gadda visse la disfatta e la prigionia, elementi che segnarono per sempre la sua scrittura.

Antonio Sant’Elia: l’architetto futurista caduto in guerra

Sant’Elia, uno dei massimi esponenti del futurismo, decise di arruolarsi volontario nel 1915.

L’architetto-soldato

  • Credeva che la guerra fosse la massima espressione del dinamismo futurista.
  • Morì in battaglia nel 1916, lasciando incompiuti i suoi progetti visionari.

L’eredità artistica

  • I suoi disegni architettonici ispirarono generazioni di artisti e urbanisti.
  • La guerra, che aveva visto come un’opportunità di rinnovamento, si rivelò invece la sua fine.

Artisti e soldati: gli intellettuali della Grande Guerra tra gloria e tragedia

La Prima Guerra Mondiale spazzò via un’intera generazione di intellettuali e artisti, cambiando per sempre la loro visione del mondo.

D’Annunzio vide la guerra come un palcoscenico per la propria grandezza.
Ungaretti trasformò il dolore del fronte in poesia immortale.
Lussu e Gadda denunciarono l’assurdità del conflitto con i loro libri.
Sant’Elia morì prima di vedere realizzati i suoi sogni futuristi.

Ma non sono Oggi, attraverso le loro opere e testimonianze, possiamo rivivere la Grande Guerra non solo come un evento storico, ma come un’esperienza umana vissuta da chi ha saputo raccontarla con arte e dolore.

Qui la parte seconda