Le battaglie navali della Grande Guerra: lo scontro sul mare tra Italia e Austria-Ungheria

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Quando si parla della Prima Guerra Mondiale, si pensa subito alle trincee del Carso, alle battaglie sul Piave o ai duelli aerei tra gli assi dell’aviazione. Eppure, ci fu un altro campo di battaglia fondamentale: il mare.

L’Italia, con la sua lunga costa, dovette affrontare la potente K.u.K. Kriegsmarine, la marina austro-ungarica, in un confronto che si svolse principalmente nel Mar Adriatico.

Furono anni di battaglie navali, incursioni di sommergibili e scontri tra corazzate, in cui i marinai italiani giocarono un ruolo cruciale per la vittoria finale.

Le due flotte a confronto: Italia contro Austria-Ungheria

All’inizio della guerra, la Regia Marina italiana era più grande di quella austro-ungarica, ma meno moderna.

La Regia Marina italiana

Aveva più navi, ma molte erano vecchie e lente.
Contava su potenti corazzate come la Dante Alighieri e la Giulio Cesare.
Usava basi strategiche a Taranto, Brindisi e Venezia.

La Marina austro-ungarica

Più piccola ma meglio equipaggiata.
Aveva basi protette a Pola e Cattaro, difficili da attaccare.
Aveva sottomarini più moderni, usati per colpire le navi italiane di sorpresa.

Il conflitto navale fu quindi un gioco di strategia e audacia, più che di grandi battaglie tra flotte.

La guerra sul mare: alcune battaglie navali della Prima Guerra Mondiale

La Battaglia di Premuda (10 giugno 1918): la più grande vittoria italiana

L’azione più famosa della guerra fu il siluramento della corazzata austriaca Szent István da parte del capitano di corvetta Luigi Rizzo.

Rizzo, con due piccole motosiluranti MAS, si infilò di notte tra le navi nemiche.
Riuscì a colpire con due siluri la corazzata austriaca, che affondò in poche ore.
Questa vittoria spezzò il morale della flotta austriaca e contribuì al crollo finale dell’Impero.

Per questo, il 10 giugno è ancora oggi la Festa della Marina Militare Italiana.

Il Bombardamento di Ancona (24 maggio 1915)

Nel primo giorno di guerra, l’Austria attaccò Ancona con le sue corazzate.

Bombardarono il porto e la ferrovia, cercando di bloccare i rifornimenti italiani.
La Regia Marina non riuscì a rispondere subito, ma rafforzò le difese costiere dopo l’attacco.

Fu uno dei pochi attacchi diretti contro le città italiane dal mare.

La Battaglia del Canale d’Otranto

L’Adriatico era chiuso a sud dal Canale d’Otranto, controllato dagli italiani con una rete di sbarramento per fermare i sommergibili austriaci.

Nel 1917, gli austro-ungarici tentarono di distruggere il blocco, attaccando con navi leggere.
La battaglia fu caotica, ma l’Italia riuscì a difendere la posizione.

Questo blocco fu cruciale per impedire ai sottomarini nemici di entrare nel Mediterraneo.

I sommergibili: la guerra nascosta sotto il mare

Oltre alle navi di superficie, la guerra navale vide il primo grande uso dei sottomarini.

Gli austro-ungarici usarono U-Boot tedeschi e sommergibili propri per attaccare i convogli italiani.
La Regia Marina rispose con MAS e idrovolanti, affondando diversi sottomarini nemici.
Uno dei più famosi fu l’affondamento dell’U-12 austriaco, colpito da un MAS nel 1916.

E dopo la guerra? Il destino della flotta austro-ungarica

Quando l’Austria-Ungheria si arrese nel 1918, la sua flotta fu divisa tra le potenze vincitrici.

🇮🇹 L’Italia ricevette molte navi come prede di guerra, tra cui la corazzata Tegetthoff.
🇬🇧 Gran Bretagna e Francia si spartirono altre unità.
🇭🇷 Alcune navi furono cedute alla neonata Jugoslavia.

La guerra sul mare finì così con la vittoria italiana, che completò il dominio dell’Adriatico.

Hai mai visitato un relitto della Grande Guerra?

Se hai esplorato un museo navale o conosci storie di famiglia legate alla guerra sul mare, raccontacelo compilando il form dei contatti, ci farebbe piacere conoscere storie personali e familiari!

Perché la Prima Guerra Mondiale non si combatté solo sulle montagne, ma anche tra le onde dell’Adriatico.