La Battaglia del Solstizio: lo straniero non è passato

La Battaglia del Solstizio

La Battaglia del Solstizio fu l’ultima grande offensiva lanciata dall’esercito austro-ungarico contro l’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Avvenuta tra il 15 e il 23 giugno 1918, sul fiume Piave, fu un disperato tentativo di sfondare il fronte italiano prima che l’Intesa ricevesse il pieno supporto degli Stati Uniti.

Ma il Regio Esercito, dopo il trauma di Caporetto, era cambiato: più organizzato, più motivato, e guidato da un comandante deciso, Armando Diaz.

Come si svolse la Battaglia del Solstizio? E perché segnò la fine delle speranze dell’Impero Austro-Ungarico?

Il contesto: l’Austria-Ungheria sull’orlo del collasso

Dopo la disfatta di Caporetto (1917), gli austro-tedeschi avevano sfondato il fronte italiano, ma non erano riusciti a distruggere l’esercito nemico.

Nei mesi successivi: l’Italia aveva riorganizzato la difesa sul Piave, sotto la guida di Armando Diaz, abbandonando le tattiche suicide di Luigi Cadorna.
L’Austria-Ungheria era allo stremo, con carenze di rifornimenti, fame nelle città e tensioni interne tra i vari gruppi etnici dell’impero.
La Germania aveva spostato truppe sul fronte occidentale, lasciando gli austriaci a combattere da soli contro l’Italia e i suoi alleati.

Per evitare il collasso, l’Alto Comando austro-ungarico decise di tentare un’ultima offensiva per vincere la guerra sul fronte italiano.

Il piano austriaco: l’offensiva finale sul Piave

L’idea era sfondare le linee italiane, puntando su due direttrici:

A nord, sull’Altopiano di Asiago, per minacciare Trento.
A sud, lungo il fiume Piave, per penetrare nel cuore dell’Italia.

L’operazione fu chiamata Operazione Radetzky, ma passò alla storia come Battaglia del Solstizio, su suggerimento del poeta Gabriele d’Annunzio, perché iniziò il 15 giugno, proprio in prossimità del solstizio d’estate.

Gli austro-ungarici schierarono 60 divisioni contro 57 divisioni italiane, sperando in un rapido sfondamento.

L’attacco e la resistenza italiana

Il 15 giugno gli austro-ungarici attaccarono con violenza, ma trovarono un esercito italiano molto più preparato rispetto a Caporetto.

Gli italiani avevano previsto l’offensiva e avevano fortificato il Piave, con artiglieria, reticolati e postazioni di mitragliatrici.
L’artiglieria italiana inflisse enormi perdite agli attaccanti, colpendoli mentre cercavano di attraversare il fiume.
Il Piave stesso si rivelò un nemico per gli austriaci, che trovarono il fiume in piena, con correnti che ostacolarono il passaggio delle truppe.

Gli italiani, motivati dal nuovo comando e dal desiderio di vendicare Caporetto, respinsero ogni tentativo di sfondamento.

Il contrattacco italiano e la disfatta austriaca

Dopo pochi giorni, l’offensiva austriaca si esaurì.

Gli italiani passarono al contrattacco, riconquistando posizioni e infliggendo pesanti perdite.
Gli austro-ungarici, demoralizzati e senza rifornimenti, iniziarono a ritirarsi.
L’8ª armata italiana attaccò tra il Montello e il Piave, infliggendo il colpo di grazia agli assalitori.

Il 23 giugno, l’Austria-Ungheria dovette abbandonare completamente l’offensiva, lasciando sul campo 100.000 tra morti, feriti e prigionieri.

Le conseguenze: la fine dell’Impero Austro-Ungarico

La Battaglia del Solstizio fu il colpo di grazia per l’Impero Austro-Ungarico.

La sconfitta dimostrò che l’Austria-Ungheria non aveva più la forza per continuare la guerra.
Le tensioni interne esplosero, con i popoli dell’impero (cechi, slovacchi, croati) che iniziarono a rivoltarsi.
Dopo pochi mesi, a ottobre 1918, l’Italia lanciò la controffensiva di Vittorio Veneto, che portò alla resa definitiva dell’Austria-Ungheria.

Dopo secoli di dominio, l’Impero Austro-Ungarico cessò di esistere, segnando la nascita di nuovi Stati in Europa centrale.

La memoria della Battaglia del Solstizio

Oggi, il Piave è ricordato come il fiume sacro alla Patria, grazie al ruolo cruciale che ebbe nella difesa dell’Italia.

La frase “il Piave mormorò: non passa lo straniero” divenne un simbolo patriottico.
Molti monumenti e musei ricordano la battaglia, come il Museo del Piave.
La Battaglia del Solstizio segnò il riscatto dell’esercito italiano, che si riscattò dopo la disfatta di Caporetto.

Fu davvero la battaglia decisiva?

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Perché fu in quei giorni di giugno 1918 che l’Italia dimostrò di aver imparato la lezione di Caporetto, trasformando la sconfitta in vittoria.

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