Baionette, pugnali e mazze ferrate: il combattimento corpo a corpo nella Grande Guerra

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Quando si pensa alla Prima Guerra Mondiale, l’immagine più comune è quella dei bombardamenti e delle mitragliatrici. Tuttavia, nelle trincee e negli assalti notturni, il combattimento corpo a corpo era spesso l’unica opzione possibile.

I soldati si affrontavano con baionette, pugnali, mazze ferrate e persino vanghe in scontri ravvicinati brutali e senza pietà. In un conflitto che per quel tempo sembrava sempre più dominato dalla tecnologia, il ritorno alla lotta corpo a corpo ricordava le guerre medievali.

Ma quali erano le armi più usate? E come si combatteva nelle anguste trincee?

La baionetta: l’icona della guerra di fanteria

La baionetta era l’arma standard della fanteria, un pugnale lungo montato sulla canna del fucile, trasformando all’occorrenza il fante in una sorta di soldato medievale armato di lancia.

Tipologie di baionette

  • A lama dritta → Simile a un pugnale, ideale per affondi rapidi.
  • A lama seghettata → Usata dagli austro-ungarici e dai tedeschi, causava ferite più gravi e difficili da curare.
  • A spiedo → Molto lunga, efficace per mantenere il nemico a distanza.

La baionetta nella battaglia

  • Veniva usata negli assalti alla trincea nemica, quando i soldati dovevano combattere a distanza ravvicinata.
  • Spesso i colpi erano alla cieca, data la confusione e il fumo delle esplosioni.
  • Molti preferivano evitare il combattimento con la baionetta, perché la sua lunghezza la rendeva poco maneggevole negli spazi stretti.

Il pugnale da trincea: l’arma dei soldati d’assalto

Nei combattimenti ravvicinati, molti soldati abbandonavano i fucili e ricorrevano a pugnali più corti e letali.

Tipologie di pugnali usati

  • Pugnale a stiletto → Affilato e lungo, ottimo per colpire tra le fessure dell’equipaggiamento nemico.
  • Pugnale con guardia a noccoliera → Diffuso tra gli Arditi italiani, permetteva di colpire sia con la lama sia con i pugni.
  • Coltelli da caccia riadattati → Molti soldati usavano armi personali, più leggere e facili da trasportare.

Perché il pugnale era così diffuso?

  • Ideale per uccisioni silenziose negli assalti notturni.
  • Perfetto per il combattimento dentro le trincee strette, dove il fucile era ingombrante.
  • Spesso usato anche per tagliare il filo spinato o scuoiare animali per il cibo.

Le mazze ferrate: l’arma brutale delle trincee

Quando le munizioni finivano, i soldati ricorrevano a mazze ferrate, martelli e vanghe per colpire i nemici.

Mazze e armi improvvisate

  • Mazze con chiodi → Fabbricate dai soldati stessi, con pezzi di legno e punte di ferro.
  • Martelli e mazze da carpentiere → Riutilizzati dai genieri e dagli operai al fronte.
  • Pale e vanghe affilate → Usate come armi da taglio quando non c’era nulla di meglio.

Perché si usavano armi così primitive?

  • Erano silenziose, ideali per colpire di sorpresa senza attirare il fuoco nemico.
  • Non si inceppavano come le pistole o i fucili, garantendo sempre un colpo sicuro.
  • Erano facili da costruire, anche nei momenti in cui mancavano rifornimenti.

Esempi storici

  • Gli Arditi italiani usavano spesso mazze ferrate e pugnali negli assalti alle trincee austriache.
  • I soldati britannici costruivano mazze chiodate nei momenti di calma, preparandosi agli attacchi.
  • Queste armi erano spesso utilizzate anche per finire i soldati agonizzanti sul terreno in un atto di terribile pietà.

Il combattimento notturno: silenzio e velocità

Molti attacchi alle trincee nemiche avvenivano di notte, per cogliere di sorpresa il nemico ed evitare il fuoco delle mitragliatrici.

Tattiche usate negli assalti notturni

  • Niente spari → Per evitare di rivelare la propria posizione.
  • Uso di armi silenziose → Pugnali, mazze e corde per strangolare il nemico.
  • Attacchi rapidi e coordinati → Piccoli gruppi di soldati eliminavano i sentinelle prima di prendere il controllo della trincea.

Il trauma del combattimento corpo a corpo

Uccidere un nemico a distanza ravvicinata non era come sparare con un fucile: molti soldati rimasero segnati per sempre dall’esperienza.

Effetti psicologici sui combattenti

  • Molti reduci soffrivano di incubi e allucinazioni, rivedendo i volti dei nemici uccisi.
  • Il combattimento corpo a corpo era fisicamente devastante, con fratture, ferite da lama e morsi.
  • Alcuni soldati preferivano farsi catturare piuttosto che affrontare un’altra battaglia corpo a corpo.

La brutalità della guerra di trincea

  • Alcuni combattimenti degeneravano in risse disperate, con soldati che si accanivano sui nemici.
  • In alcuni casi, i soldati non avevano nemmeno tempo di uccidere il nemico e lo lasciavano ferito a terra, morente.

L’eredità del combattimento corpo a corpo

Nel dopoguerra, il combattimento corpo a corpo della Grande Guerra rimase un elemento chiave dell’addestramento militare, anche se le armi da fuoco presero sempre più il sopravvento.

Cambiamenti nella guerra moderna

  • Le baionette divennero più corte, perché il combattimento ravvicinato era ormai raro.
  • Le armi silenziose furono sostituite da pistole con silenziatori e coltelli tattici.
  • Le tecniche apprese dagli Arditi influenzarono le unità speciali della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, le armi bianche sono ancora usate?

  • Sì, ma solo in operazioni speciali e per autodifesa.
  • I moderni soldati sono equipaggiati con coltelli tattici, usati per scopi pratici più che per il combattimento.

La guerra della sopravvivenza

Il combattimento corpo a corpo nella Grande Guerra fu una delle esperienze più brutali e spaventose per i soldati, un ritorno alla violenza primitiva in un conflitto che avrebbe dovuto essere dominato dalla tecnologia, seppur primordiale.