Gli artiglieri nella Grande Guerra: il fuoco che decise le battaglie

La Prima Guerra Mondiale fu il primo conflitto in cui l’artiglieria divenne l’arma dominante sul campo di battaglia.

Mentre la fanteria affrontava assalti sanguinosi nelle trincee, furono gli artiglieri a preparare il terreno con devastanti bombardamenti, in grado di distruggere fortificazioni, decimare il nemico e spezzare gli attacchi avversari.

Chi erano gli artiglieri della Grande Guerra sul fronte italiano? Quali armi utilizzavano? E come influenzarono il destino delle battaglie più importanti?

Il ruolo dell’artiglieria della Grande Guerra sul fronte italiano

L’Esercito Italiano capì subito che senza un’adeguata copertura di artiglieria, ogni attacco sarebbe stato un massacro.

Le funzioni principali dell’artiglieria

  • Preparare gli assalti bombardando le posizioni nemiche prima dell’attacco dei fanti.
  • Distruggere fortificazioni come bunker, trincee e reticolati.
  • Fermare gli attacchi nemici, creando sbarramenti di fuoco per impedire l’avanzata.

I diversi tipi di artiglieria

  • Artiglieria da campagna – Cannoni medi, mobili, usati per supportare la fanteria.
  • Obici pesanti – Per bombardare obiettivi lontani e postazioni fortificate.
  • Artiglieria da montagna – Pezzi smontabili, usati dagli Alpini sulle Alpi.

L’impatto della guerra d’artiglieria

  • Il 70% delle perdite sul fronte italiano fu causato dai bombardamenti.
  • Gli artiglieri vivevano sotto stress costante, dovendo sparare migliaia di colpi al giorno.

Il lavoro dell’artigliere: tra precisione e fatica

Essere un artigliere nella Prima Guerra Mondiale significava gestire macchine di morte gigantesche, con operazioni fisicamente e mentalmente logoranti.

Come si caricava un cannone?

  • Ogni pezzo di artiglieria necessitava di una squadra di 6-10 uomini per essere manovrato.
  • Gli artiglieri dovevano calcolare l’angolazione, la distanza e la velocità del vento prima di ogni sparo.
  • Il caricamento era estenuante, con proiettili che pesavano anche 40 kg.

I ritmi di fuoco massacranti

  • Durante le grandi offensive, un cannone poteva sparare fino a 500 colpi al giorno.
  • Le mani degli artiglieri si ustionavano a causa del calore generato dalle continue esplosioni.

Le armi dell’artiglieria Italiana

L’artiglieria italiana comprendeva un mix di vecchie armi ereditate dall’epoca prebellica e nuovi modelli moderni.

I cannoni principali

  • Cannone da 75/27 – Il pezzo più usato, versatile e preciso.
  • Obice da 305/17 – Potente ma lento, usato per bersagli statici.
  • Cannone da 305 mm – Un mostro d’acciaio, capace di demolire intere fortificazioni.

Il problema della qualità

  • L’Italia entrò in guerra con pochi pezzi d’artiglieria moderna, dovendo fare affidamento su armi datate o di preda bellica.
  • Molti cannoni erano troppo pesanti per essere trasportati velocemente, causando problemi logistici.

Le battaglie decise dall’artiglieria

L’artiglieria fu protagonista nelle battaglie più importanti del fronte italiano.

Le battaglie più devastanti

  • Le battaglie dell’Isonzo (1915-1917) – Milioni di colpi sparati, con esiti spesso inutili.
  • Caporetto (1917) – L’artiglieria italiana fu sorpresa dai gas e dall’attacco nemico.
  • Battaglia del Piave (1918) – Il fuoco dell’artiglieria italiana bloccò l’offensiva austriaca.

Gli errori strategici

  • Spesso i bombardamenti non distruggevano i reticolati nemici, rendendo gli assalti della fanteria inutili.
  • Mancanza di proiettili nelle fasi critiche, con batterie costrette a sparare meno del necessario.

La vita degli artiglieri della Grande Guerra: tra polvere e rumore assordante

Mentre la fanteria viveva nelle trincee, gli artiglieri erano sempre esposti al fuoco nemico.

 Il problema del rumore

  • Gli artiglieri subivano danni permanenti all’udito, con molti che rimasero sordi per le continue esplosioni.
  • La pressione dell’aria causata dai colpi poteva spezzare ossa e organi interni se troppo vicini al cannone.

Le condizioni di vita

  • Gli artiglieri non avevano ripari adeguati, vivendo tra il fango e i resti delle esplosioni.
  • Le munizioni erano pesanti e pericolose: una singola scintilla poteva causare un’esplosione catastrofica.

Gli uomini dietro i cannoni

Gli artiglieri della Grande Guerra non combatterono con baionette e mitragliatrici, ma furono ugualmente fondamentali.

Senza di loro, ogni assalto sarebbe fallito prima di iniziare.
Sopportarono turni estenuanti, rumore assordante e il costante pericolo di esplosioni accidentali.
Furono il cuore della guerra moderna, dimostrando che la tecnologia bellica stava cambiando per sempre il modo di combattere.

Oggi, il loro sacrificio rimane una delle storie meno raccontate della Prima Guerra Mondiale, ma senza di loro, la vittoria italiana sarebbe stata impossibile.