Mantenere un esercito operativo in alta quota era una sfida immensa: servivano munizioni, viveri, legname, medicinali e rinforzi, ma le strade erano poche, ripide e pericolose. I muli non bastavano e le teleferiche non erano sempre sufficienti.
La soluzione? Costruire ferrovie a scartamento ridotto e funicolari, piccole linee ferroviarie militari scavate nella roccia e arrampicate sulle vette, che permisero il trasporto rapido di uomini e materiali sulle montagne più impervie.
Queste infrastrutture cambiarono il corso della guerra alpina, permettendo agli italiani di mantenere posizioni strategiche impossibili da rifornire con i mezzi tradizionali.
Perché l’esercito costruì ferrovie a scartamento ridotto nella Prima Guerra Mondiale
Fin dall’inizio della guerra, il problema dei rifornimenti in alta quota bloccava le operazioni militari.
Le difficoltà principali:
- strade impraticabili – Sentieri di montagna ripidi e stretti rendevano impossibile il trasporto di artiglieria pesante.
- Muli lenti e vulnerabili – Gli animali da soma erano essenziali, ma non potevano trasportare carichi pesanti in tempi rapidi.
- Condizioni climatiche proibitive – In inverno, la neve rendeva le strade di montagna completamente inutilizzabili.
La soluzione: piccole ferrovie militari
- Lo Stato Maggiore italiano decise di costruire ferrovie a scartamento ridotto, più economiche e facili da realizzare rispetto alle normali ferrovie.
- I treni potevano trasportare grandi quantità di rifornimenti in poco tempo, risolvendo il problema della logistica alpina.
Le ferrovie militari più importanti del fronte alpino
Durante la guerra, l’esercito italiano costruì diverse linee ferroviarie in alta quota, alcune delle quali sono ancora visibili oggi.
Ferrovia della Val d’Assa (Altopiano di Asiago)
La linea strategica per il fronte dell’Ortigara
- Costruita per rifornire le truppe italiane impegnate nelle battaglie dell’Ortigara (1917).
- Lunga circa 20 km, collegava le retrovie con le postazioni avanzate.
- Motrici a vapore leggere trainavano vagoni carichi di viveri e munizioni.
Le funicolari militari: scale di ferro verso il cielo
Oltre alle ferrovie, vennero costruite funicolari militari per superare dislivelli estremi.
Come funzionavano?
- Le funicolari utilizzavano vagoni su binari inclinati, trainati da cavi d’acciaio e contrappesi.
- Alcune erano azionate da motori a vapore, altre funzionavano con un sistema di contrappesi ad acqua.
- Erano in grado di trasportare artiglieria e interi reparti di soldati in pochi minuti, invece delle ore necessarie a salire a piedi.
Costruzione e difficoltà: un’impresa sovrumana
Realizzare funicolari e ferrovie a scartamento ridotto della Prima Guerra Mondiale fu un’impresa eroica, portata avanti da soldati e operai specializzati sotto il fuoco nemico.
Condizioni di lavoro estreme
- Freddo e neve – Le temperature invernali congelavano i macchinari, rendendo difficili le operazioni di costruzione.
- Tiratori scelti nemici – Gli Austriaci spesso cercavano di colpire gli operai al lavoro.
- Dinamite e picconi – I tunnel venivano scavati a mano, con esplosivi per abbattere la roccia più dura.
Morti e sacrifici
- Centinaia di operai e soldati morirono durante la costruzione, a causa di frane, esplosioni accidentali e crolli.
- Alcune gallerie ferroviarie divennero tombe per gli uomini che le stavano scavando.
Dopo la guerra: ferrovie dimenticate e recuperate
Dopo la fine del conflitto, molte delle ferrovie e delle funicolari furono abbandonate, ma alcune vennero riutilizzate.
Riutilizzo per scopi civili
- Alcuni tratti furono trasformati in ferrovie turistiche o industriali.
- Altri furono completamente smantellati, con i binari venduti come rottami di guerra.
Resti ancora visibili oggi
- Molte delle gallerie ferroviarie scavate nella roccia sono ancora visitabili.
- Alcuni vecchi tratti ferroviari sono stati trasformati in sentieri escursionistici storici.
Binari verso la storia
Le ferrovie e le funicolari della Prima Guerra Mondiale furono una delle più grandi imprese logistiche del conflitto, permettendo di combattere e sopravvivere in luoghi inaccessibili.
Oggi, questi resti raccontano una storia di ingegno, sacrificio e resistenza, un’eredità dimenticata di una guerra combattuta anche su binari sospesi nel vuoto.